
Il termine shanà-anno contiene due radici verbali contraddittorie: ripetizione e cambiamento. La consapevolezza del ciclo degli anni che si ripete deve accompagnarsi a una disponibilità al cambiamento e al miglioramento, alle novità e all’impegno per correggere gli errori del passato. Un lavoro prezioso che ha lo scopo di capire meglio noi stessi, chi siamo e che cosa desideriamo in un processo continuo di “individuazione”.
A capodanno infatti iniziano i dieci giorni che portano al Kippur, il giorno in cui ci si scusa per le trasgressioni, gli errori, le azioni cattive sperando nel perdono. Il concetto fondamentale del Kippur è la teshuvà, letteralmente “risposta-ritorno”: l’idea è che le trasgressioni ci allontanano da Dio, dalla retta via e a questa dobbiamo fare ritorno elaborando le risposte, le nostre risposte, agli errori fatti consapevolmente o inconsapevolmente.
Qualunque sia l’idea che abbiamo di Dio, qualunque sia l’immagine mentale che ci siamo fatti di Lui, più o meno religiosa o addirittura “laica”, è importante mantenere vivo questo dialogo interiore, questo confronto con noi stessi, questa vigilanza continua sulle nostre idee, istinti e convinzioni.
Un maestro contemporaneo in una metafora particolarmente felice paragona il nostro rapporto, il nostro legame con Dio – in tutte le accezioni che abbiamo detto – a una corda. Un errore, una trasgressione o una cattiva azione è un taglio e la teshuvà, se convinta e sincera, è come un nodo che facciamo a questa corda. Così i nodi diventano i punti più saldi e resistenti, i momenti della nostra vita di cui abbiamo la maggiore consapevolezza, quelli su cui ci siamo interrogati e a cui abbiamo dato delle risposte.
E l’effetto collaterale di questo processo è che la corda si accorcia con il risultato di essere più vicini a Dio o a noi stessi che dir si voglia. Da tutto questo possiamo dedurre che gli errori, gli sbagli, le deviazioni siano necessari, indispensabili addirittura, per la nostra crescita e sviluppo personali. Nessuno è perfetto, sbagliamo tutti, l’importante è riuscire a imparare e a rafforzarsi proprio dagli inciampi che troviamo sulla nostra strada.
