Jaakov e Esav, rispettivamente Giacobbe e Esaù, erano fratelli ed erano gemelli. Esaù era il primogenito e viene descritto come un abile cacciatore (“abile con le parole, parole capaci di intrappolare…”) mentre Giacobbe è un uomo semplice, integro, che abita nelle tende, vale a dire che “studiava la torah”. Un bel giorno Esaù torna stanco dalla caccia, Giacobbe è in casa che si prepara una minestra calda e il cacciatore gli chiede di dargliela. Giacobbe si mostra disponibile ma vuole qualcosa in cambio: la primogenitura. Esaù accetta la transazione affermando: “che me ne faccio della primogenitura se ogni giorno mi trovo faccia a faccia con la morte?” Un’affermazione simile tradisce un sentimento, un atteggiamento nei confronti della vita che non si addice a un futuro capo del popolo. Giacobbe acquista così la primogenitura. Si trattava di una minestra “rossa” e si suppone fossero lenticchie. Altrettanto racambolescamente giacobbe otterrà la benedizione dal padre Isacco. Ecco spiegata l’origine del famoso modo di dire “vendersi per un piatto di lenticchie”.
