non ci facciamo mancare niente. ci mancava la polemica sulla kasherùt della carne, una lotta all’ultimo sangue dopo la salatura, uno scontro all’arma bianca con il lungo bilama dello schochèt, tendini e nervi tesi soprattutto quello sciatico, zoccoli spaccati metaforicamente sulle teste degli avversari. c’è baruffa nell’aria, tensioni e conflitti di vario genere, un senso di temporale in agguato. e non è una bella sensazione. ci vorrebbe un invito alla distensione, un richiamo al buon senso e alla ragione che ci ricordasse che siamo tutti fratelli umani, siamo ognuno carne della nostra carne, motivo per cui bisognerebbe fare tutti un passo indietro e ristabilire questa comunicazione continuamente interrotta. lo so, è un discorso buonista ma questa è il carattere di nonna betta: essere buoni e fare il mangiare buono. certo non posso nascondere che in questi momenti penso che per fortuna nonna betta è kosher chalavì, ristorante senza carne: solo latticini e pesce.
