mi è sempre piaciuto ospitare. a casa mia ho sempre fatto e continuo a fare inviti che mettono in difficoltà mia moglie e in questo devo aver preso da mio padre che, ancora oggi, prepara manicaretti e li distribuisce agli amici e conoscenti che abitano nel quartiere. la gratificazione sta nei sorrisi, nei complimenti e nei ringraziamenti che si ricevono.
quando si gestisce un ristorante, naturalmente, i rapporti cambiano. l’ospite è un ospite pagante e non potrebbe essere diversamente. io ancora non mi sono abituato a questo e prendere dei soldi per offrire cose buone da mangiare mi mette sempre un pochino in imbarazzo. un problema mio, evidentemente.
ecco perché mi ha fatto particolarmente piacere un signore che è venuto alla cassa al momento del conto e mi ha detto “ho mangiato proprio bene e sono contento di pagare”.
nel ghetto di roma, nei ristoranti ebraici, oltre che di kasher o kosher, di cucina giudaico-romanesca, di carciofi alla giudìa, si discute dei temi che la lettura settimanale della torà suggerisce o dei significati delle varie festività e della loro attualizzazione nella vita di ogni giorno. o si raccontano le cose singolari che accadono da nonna betta
