Giuseppe-Joseph è uno dei personaggi di maggior rilievo del racconto biblico, è il figlio preferito di Giacobbe-Jakov perché è il primogenito della moglie amata, Rachele. Jakov regala una tunica multicolore a Joseph, suscitando l’invidia dei fratelli figli di Lea e delle due schiave, Bilà e Zilpà. Joseph gioca con i figli delle schiave e ha l’abitudine di riferire al padre di tutto quello che fanno i suoi fratelli.
Come se non bastasse Joseph, bello di fattezze e d’aspetto come sua madre Rachele, fa un sogno. Era nei campi con i fratelli a legare covoni e, a un certo punto, il suo covone si rizza in piedi mentre quelli dei fratelli s’inchinano al suo. E lo racconta proprio ai fratelli. E ne fa un altro, di sogno. Il sole, la luna e undici stelle s’inchinano a lui. E non risparmia nemmeno questo racconto ai fratelli visibilmente infastiditi. Nessuno si stupisce quando legge “i suoi fratelli lo odiavano perfino di più a causa dei suoi sogni”. Suo padre si mostra arrabbiatissimo e gli chiede retoricamente se anche lui e sua madre insieme ai fratelli dovrebbero inginocchiarsi davanti a lui.
Ecco perché quando un giorno che i fratelli sono nei campi, Jakov spedisce Joseph ad accertarsi delle loro condizioni e di quelle del gregge. Il ragazzo si avvia nello splendore della sua tunica colorata ma si perde, e quando un viandante gli chiede “Chi cerchi?” risponde “Cerco i miei fratelli”. Questi appena lo vedono avvicinarsi dicono “Ecco che arriva questo sognatore. Uccidiamolo e diciamo a nostro padre che è stato sbranato da una bestia feroce, così vedremo che ne sarà dei suoi sogni”. Reuvèn cerca di dissuaderli, è il primogenito ed è responsabile “Non uccidiamolo, non spargete sangue”. Jehudà propone di venderlo come schiavo. E intanto lo spogliano della tunica e lo gettano in un pozzo. Una carovana di Ismaeliti che trasportano spezie, balsamo e mirra in Egitto passa di lì e comprano Joseph con venti sicli d’argento per rivenderlo come schiavo. I fratelli allora prendono la bella tunica colorata e la immergono nel sangue di una capretto che hanno sgozzato, poi si presentano da Jakov e mostrando la tunica strappata e insanguinata gli chiedono “La riconosci?”
“Questa è la tunica di mio figlio, una bestia feroce l’ha divorato, è stato sbranato”. E Jakov si stracciò le vesti, si coprì i fianchi di sacco e fu in lutto per molto tempo.
Questa storia è molto difficile in sé e molto difficile da capire. In sé perché un padre che fa preferenze, fratelli che disdegnano gli altri fratelli perché figli di schiave-concubine, un fratello che fa il delatore, e per finire la vendita di un fratello come schiavo sono un crescendo di cose decisamente dure da digerire. La cosa difficile da capire è perché Jakov sapendo che Joseph non gode delle simpatie dei fratelli glielo dà in pasto.
Secondo un’interpretazione i due sogni – oltre a stabilire un’uguaglianza tra tutti fratelli a dispetto della supponenza dei figli di Lea che si considerano superiori – parlano rispettivamente di “terra”, con il grano come alimento e sostentamento materiale essenziale, e di “cielo” con le stelle che alludono alle tribù nel giorno in cui il popolo d’Israele, secondo la profezia fatta da D-o ad Abramo, diventerà numeroso come le stelle del cielo. Ma questo avverrà solo dopo un periodo di schiavitù che durerà 400 anni. E sarà proprio per mezzo di Joseph che questa predizione si avvererà.
Tra non molto Joseph diventerà Vicerè d’Egitto.
