Nonna Betta – cucina kosher-style – è un vero ristorante giudaico romanesco perché io sono un ebreo romano da generazioni e nonna Betta era veramente mia nonna. Nel rispetto della regola ebraica che vieta di mescolare la carne con i derivati del latte – un versetto della Torah dice “non cucinerai il capretto nel latte di sua madre” – da Nonna Betta le ordinazioni si fanno su due menu separati: quello con i piatti di carne e quello con i piatti di pesce o formaggio.
Tra l’altro anche la moderna dietetica suggerisce di non mischiare le proteine della carne con quelle del latte.
A parte la frequenza con cui lo cambiamo, l’olio viene usato per cuocere soltanto le verdure fresche e i filetti di baccalà, mai per i crostacei o i molluschi che sono proibiti e i surgelati che non ci sono proprio.
Oltre ai piatti forti eseguiti secondo gli insegnamenti di nonna Betta – carciofi alla giudìa, pezzetti fritti, filetti di baccalà, fiori di zucca, amatriciana alla giudìa, agnolotti col sugo di stracotto, polpette col sedano, rigatoni con la pajata, aliciotti con l’indivia, baccalà a cipolla e pomodoro, tagliolini cicoria e bottarga, cacio e pepe con cicoria – il ristorante offre anche alcune specialità mediorientali come il falafel, il couscous di pesce, di carne e vegetale o il hummus e il babaganoush.
I dolci tipici che, come il pane e la pasta, sono fatti in casa, meritano un’attenzione particolare.
Qui, in una bella atmosfera di serenità e armonia, potete rivivere le storie del ghetto e trovare risposta alle domande “che non avete mai osato chiedere” sulla cultura, la religione ebraica o sulla bimillenaria presenza degli ebrei a Roma.
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